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La scatola dei bottoni

Sono già trascorsi alcuni anni da quando sono tornato a Roma, nella casa di famiglia. Ho rivisto la vecchia scatola piena di bottoni che mio padre teneva nel mobile di fianco alla macchina da cucire. Era ancora lì, accanto al cestino dei rocchetti di filo colorati, dietro scampoli di tessuto legati assieme con un nastro di raso. In quei giorni mio padre stava chiudendo la sartoria per andare in pensione.

Ricordo che per cercare un bottone nella scatola non rovesciava mai il contenuto. Preferiva frugare con movimenti regolari, come se quella distesa di bottoni fosse la rena della spiaggia. Lo guardavo e sentivo il rumore ritmico del mare, il frangere delle onde. Nei giorni di agosto, quando il caldo mi faceva sognare il mare, andavo a cercare un bottone nella scatola di latta.

Bottoni di madreperla, iridescenti, nessuno uguale all’altro. Bottoni in legno naturale o colorato, molti dei quali pitturati a mano. I grandi bottoni sfumati degli anni Cinquanta, quelli gioiello degli anni Sessanta, griffati dai vari stilisti per ostentarne il lusso. Bottoni essenziali fino agli anni Ottanta, poi di nuovo il lusso, le pietre, gli strass, materie prime pregiate.

Ho continuato a cercare bottoni in giro per il mondo, tra mercatini dell’antiquariato e sotto la polvere di vecchie soffitte, tra botteghe di modernariato e abiti smessi di un negozio vintage.

Quando ne vedo uno del passato, mi viene da pensare a un vestito e alla ragazza che, indossandolo tanti anni fa, si è emozionata. Perché ogni bottone ha una sua memoria, una storia d’amore, di rabbia, di passione. Ogni bottone è un momento, una persona, un posto. Ogni bottone ha un suo ricordo capace di riflettere le evoluzioni della moda. Ognuno ha il suo ruolo, come in un teatro. E ognuno è unico.

Il consumismo produce oggetti, non stili. Io mi guardo attorno, scelgo, combino, propongo. Perché ogni bottone ha un numero infinito di vite, ma sono in pochi a vederle. Le persone rimangono troppo spesso indifferenti al fascino degli oggetti, ancor più se del passato.

Produrre un accessorio di qualità significa progettarlo partendo da un’idea per arrivare a una forma. E il risultato non è solo arte riproducibile industrialmente. L’unicità è uno dei tratti distintivi delle mie creazioni. Ogni anello nasce unico perché irripetibile sia nella manodopera sia nei materiali che lo costituiscono. L’unicità è l’emblema stesso del nostro essere umani. Ognuno di noi è unico e irripetibile, e questo è un valore prezioso.

Collezioni 2011

martedì 19 marzo 2013

PopCollage!

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